Foglia lunga della pianta d'agave, utilizzata nell'omonimo ballo, in cui si balla attorno al fantoccio del geneerale Jean Etienne Championnet (che fu chiamato a Frosinone per sedare una rivolta e fu accolto con vino cesanese e fini-fini).
Dialetto: Lazio
Recipiente di legno (successivamente anche di altri materiali) basso e usato in origine nelle mense come piatto comune, poi usato per servire piatti tipici ciociari come fini-fini al pomodoro o al ragù di spuntature, o polenta (sempre con ragù di spuntature ciociaro).
Significato letterale: dopo i fuochi artificiali.
Utilizzato come frase idiomatica per dire: arrivare tardi (quando hanno già fatto i fuochi artificiali)
Fare una faccia minacciosa e di sfida. Imbruttire cioè appunto espressione brutta.
Andare molto veloce, ben oltre i 100 Km/h. Da "piotta" che indica il numero 100.
Zoro è personaggio molto boro (vedasi voce). Si abbiglia vistoso e attillato. Sempre pronto a litigare, gira con macchine rumorose e piene di adesivi. Gli esmpi più cristallini si fanno crescere l'unghia del mignolo come accessorio atto a vari usi.
Dobbiame fare una cosa fatta ad arte (Precisa, con cura)